Tra Storia e leggenda Facendo riferimento al manoscritto del IX sec. "Vita antiqua" custodito presso l'Archivio Capitolare Vercellese si narra che sul colle di Crea, (443 m.) verso il 350, S. Eusebio, vescovo di Vercelli, in fuga dagli ariani, fondò un Oratorio, e cioè un luogo di preghiera in onore della "Beata Madre di Dio Maria". Secondo un'antica tradizione, circa dieci anni dopo, sempre s. Eusebio, di ritorno dall'Oriente dove era stato esiliato, per la sua strenua difesa dell'ortodossia cattolica, portò a Crea un'icona della Vergine opera dell'evangelista Luca. nel 1981 la scultura è stata restaurata da Gian Luigi Nicola, danni arrecati dal fumo delle candele, mettendo in luce l'incarnato chiaro dell'opera.La scultura di piccole dimensioni, in legno di cedro scolpito e dipinto, è oggi ritenuta lavoro della metà del XIII secolo.
Entrati in Basilica, restiamo ammirati dalle numerose opere d'arte sacra in essa custodite. La navata centrale, dalle tipiche volte a croce con costoloni rotondi, presenta nel suo secondo pilastro destro, un affresco raffigurante la Madonna con il Bambino di incerta datazione. Giunti in presbiterio, ci troviamo difronte l'antico Crocifisso ligneo e sulla tela della seconda metà del Settecento in cui è rappresenta la Vergine assunta al cielo tra gloria degli Angeli, i dodici apostoli, GuglielmoVIII e suo fratello, il cardinale Teodoro, Sotto la tela si trovano i resti di un affresco quattrocentesco, anche qui raffiguranti i dodici apostoli.
Nella navata di destra incontriamo una tela raffigurante Dio Padre, opera di Guglielmo Caccia, detto il Moncalvo (1565/1568-1625), o della sua scuola. A seguire una tavola di Macrino d'Alba (1460/1465 ca - 1520 ca ) in cui si rappresenta la Vergine in trono col Bambino in grembo ed i santi Giovanni Battista, Giacomo apostolo, Agostino e Girolamo, alla base della tavola si trovano i ritratti di Guglielmo IX Paleologo, Marchese di Monferrato (1486-1518), e Anna dAlençon. Nella cappella dove termina la navata, una tela raffigurante la Sacra Famiglia con San Giovannino, opera di un collaboratore di Giovanni Francesco Caroto (1480-1555). Sul lato destro della cappella della madonna ecco la cappella dedicata a S. Margherita d'Antiochia. Gli affreschi, risalenti al XV sec., raffigurano, sulla volta a crociera, i quattro Dottori della Chiesa, S. Gregorio Magno, S. Girolamo, S. Ambrogio, S. Agostino; ai lati e nelle lunette, sono raffigurati episodi della vita di S. Margherita; sulla parete in fondo, al centro in forma di trittico, la Vergine col Bambino tra i santi Margherita, Pietro, Eusebio e Paolo con alcuni oranti; a sinistra Guglielmo VIII con alcuni suoi Consiglieri; a destra Bernarda di Brosse, terza moglie di Guglielmo VIII, con due figlie di quest'ultimo nate da precedenti matrimoni. Nell'adiacente cappella di San Giuseppe si trova la sinopia del martirio di S. Margherita.
Entrambe le navate laterali sono percorse dalle quattordici stazioni della Via Crucis, opera in terracotta di Luigi Bagna. Nella Navata di sinistra si tova la cappella dell'adorazione del SS.mo Sacramento in cui si può ammirare un polittico ideato da don Innocenzo Timossi e realizzato da Nino Marabotto, e la cappella dedicata a S. Luigi Gonzaga che durante il suo soggiorno a Casale Monferrato, fece visita al Santuario. Nella cappella con cui termina la navata, ecco "Il Cristo" di Leonardo Bistolfi (1859-1930). Sulla balaustra del presbiterio sono appoggiati due amboni in bronzo di Luigi Bagna, uno rappresenta Cristo risorto, l'altro il profeta Ezechiele. Nei capitelli dei pilastri della navata centrale sono riprodotti, le armi di vari casati nobiliari.
Inno alla Madonna di Crea
da le piane il grido sal, squilla gloria di campane,
da millenni la Madonna
sul demonio trinfò:
|
Facciata del Santuario |
proteggi da Crea
Da millenni il Monferrato
con vibrante lealtà
sale il colle di Maria
Preghiera
alla Madonna di Crea
|
Cappella del Paradiso |
O Maria Vergine, tutta santa,
Madre di Dio, Madre della Chiesa
e Madre nostra, noi T'invochiamo
con il titolo di Regina di Crea.
Su questo colle dai tempi di
S. Eusebio sei venerata e invocata
con profonda fiducia e amore filiale,
donando a tutti i Tuoi devoti
consolazione, speranza e pace.
Accogli, o Madre Buona, la nostra
invocazione e non privarci mai
della Tua protezione.
Conserva ai Tuoi figli il prezioso
dono della fede, l'amore alla
SS. Trinità, la fedeltà alla Chiesa
e la speranza della vita eterna. Amen
Nostra Signora Regina di Crea
prega per Noi
|
Interno cappella del Paradiso |
Il culto delle sacre reliquie
di Alberto Lupano, consultore per le Sacre reliquie
Cappella delle Reliquie, Santuario Madonna di Crea,
Diocesi di Casale Monferrato (al)
|
Cappella delle Reliquie, altare |
Nella Chiesa cattolica e nelle Chiese orientali per reliquia
(dal latino relinquere, lasciare, abbandonare)
s'intende una parte, piccola o grande, delle spoglie di un martire o di un santo o di un beato, oppure gli indumenti personali o gli oggetti venuti in contatto con essi, oppure ancora gli strumenti della Passione, o i resti di miracoli eucaristici, o i frammenti dei Luoghi Santi.
Le reliquie possono essere esposte al culto pubblico e solenne soltanto dopo l'approvazione dell'autorità ecclesiastica che ne documenta l'autenticità e dopo essere state sigillate in teche apposite che ne garantiscono la provenienza e ne impediscono qualunque alterazione.
Possono autenticare reliquie: un cardinale, il vescovo diocesano, l'ecclesiastico che abbia ricevuto facoltà dal superiore competente.
E' assolutamente attestato a livello storico che fin dall'età apostolica la memoria dei martiri implicava la gelosa conservazione e la venerazione delle loro reliquie.
Numerose basiliche e templi sono sorti laddove si veneravano i corpi dei santi
(da San Pietro in Vaticano fino a Sant'Evasio di Casale).
Fin dai primi secoli del cristianesimo i fedeli si riunivano a celebrare i sacri misteri sulle tombe dei martiri e da qui deriva la prescrizione che ogni altare consacrato contenga reliquie.
Il culto delle reliquie crebbe in modo enorme dall'epoca costantiniana, anche per la credenza che la virtù e la potenza taumaturgica di un santo si trovassero non solo nel corpo intero ma pure in ogni più minuta sua particella, in base al principio, fondato a livello teologico oltre che giuridico, per cui la singola parte sta per il tutto, proprio come una minuta porzione dell'ostia consacrata contiene tutto intero il Corpo di Cristo.
In una religione spirituale come il cristianesimo il culto delle reliquie è un culto 'relativo', che ha quale destinatario ultimo Dio, non il singolo santo o beato.
Il culto si giustifica perchè, come spiega San Tommaso d'Aquino, i resti mortali dei santi e dei beati sono a loro modo partecipi della santità delle anime, quelle anime che attendono di ricongiungersi ad essi nella resurrezione dei corpi.
Inoltre anche perchè Dio si è servito di quei corpi di santi per realizzare la propria opera salvifica attraverso la Grazia. (Da queste semplici osservazioni si deduce che il culto cristiano delle reliquie è completamente differente dalla venerazione prestata a certi resti di eroi dell'antichità classica: in quest'ultimo caso la venerazione è rivolta ai resti in sè e alle virtù tutte terrene e umanissime dei personaggi (la forza fisica, la scaltrezza, la potenza politica, ecc.), senza che il culto ridondi alla divinità).
Secondo il diritto canonico, le reliquie si distinguono in insigni e non insigni.
Insigni sono il corpo intero, la testa, il braccio, l'avambraccio, il cuore, la lingua, la mano, la gamba o la parte del corpo in cui il martire ha sofferto, purchè sia intera e non troppo minuta; inoltre tutte le reliquie della Passione, compresa la Vera Croce, seppure piccola.
Non insigni tutte le altre reliquie. Queste non insigni si possono conservare nelle case private, con il debito onore, e possono essere portate indosso dai fedeli.
Invece le rliquie insigni non possono essere conservate nelle case private o negli oratori privati senza espressa licenza del vescovo, dell'ordinario diocesano; non possono essere traslate in altra chiesa senza indulto apostolico; lo stesso avviene per le reliquie non insigni ma molto venerate dai fedeli.
Poichè i santi canonizzati sono oggetto di culto univerale, in tutta la Chiesa cattolica, così anche le loro reliquie si possono venerare ovunque.
Invece i beati godono di un culto limitato nelle sue espressioni: le loro immagini non si possono esporre nelle chiese o sugli altari senza licenza speciale, allo stesso modo, senza licenza particolare, non si possono dedicare chiese, portarne in processione le reliquie, celebrarne la messa o l'ufficio.
Considerata l'assunzione in corpo e anima della Madonna, le reliquie in venerazione soo oggetti che hanno avuto contatto con la persona o con luoghi collegati alla sua vicenda terrena.
Grazie alle ricerche del can. Cipriani, la lipsanoteca diocesana di Casale si è arricchita di un numero enorme di reliquie di santi e beati.
Si tratta di reliquie collocate per lo più singolarmente in teche, poi disposte in appositi quadrireliquiario.
Al frammento - corporeo o sepolcrale o di indumenti - si accompagna quasi sempre il ritratto raffigurante il soggetto venerato (per consentire ai fedeli di collegare subito idealmente reliquia e santo, oltre che per ribadire l'antico legame tra la venerazione delle immagini e quella delle reliquie, come vuole anche il Concilio vaticano II).
Nella composizione dei quadri - reliquiario, si scorge bene un largo uso di carte, dal taglio superiore dorato, sagomate e arrotondate seguendo un'antica, tradizionale arte monastica, detta delle 'paperoles' o delle 'filigrana di carta'.
Con queste speciali striscie di carta si preparano decorazioni che incorniciano le singole teche; gli ornati possono essere di tipo geometrico o floreale o vegetale, intercalati a frammenti di stoffa, perlne, paste vitree che imitano le gemme.
In questo modo ogni quadro - reliquiario risulta essere prezioso non solo per le reliquie contenute, ma altresì per la qualità artistica delle decorazioni, realizzate attraverso un'arte (minore e però oggi in via di riscoperta anche da parte del pubblico colto) come quella delle 'paperoles'.
Riferimenti al culto delle reliquie nella Sacra Scrittura e nel diritto canonico:
- Gen. 50
- Ps. 36
- Regum II, 6, 11, 12
- Mc. 5, 25
- S. Johannis Damasceni, De fide ortodoxa, L.IV, c. 15
- Codex iuris canonici 1917, can. 1255, 1276-1289
- Codex iuris canonici 1983, can. 1186-1190
- Conc. Trident. Sess. XXV de invocatione, veneratione et reliquiis sanctorum et sacris imaginibus
- Conc. Vat. II. Constitutio de sacra liturgia, Sacro-santum concium, n. 111.
PREGHIERA
da recitarsi innanzi alle Sacre Reliquie
Quante sublimi verità mi insegnate
dalle vostre venerande e sacre Reliquie,
o gloriosissimi Santi...
che tutti dobbiamo morire
e ridurci in polvere;
che a niente valgono
le gioie e i piaceri di questa terra
e che, anzi, tutti dobbiamo,
per amor di Dio,
patire e soffrire quaggiù,
disposti anche a versare per la fede
il medesimo nostro sangue,
se vogliamo assicurarci,
nel dì dell'universale giudizio,
una gloriosa rissurezione col Paradiso,
ove le anime dei giusti coi loro corpi
godranno e ameranno Dio
per tutta l'eternità!
O benedetti Santi,
Fate, con la vostra intercessione,
che io imprima ben bene nella mia mente
tali verità, e mai le abbia a dimenticare.
Ottenetemi dal Signore
la grazia di averlo mai ad offendere;
di calpestare coraggiosamente
le vanità e i piaceri del mondo;
di portare sempre
con rassegnazione e merito
qualsiasi pena e sofferenza
per amore di Gesù, morto per me in Croce.
Fate che io pure sia sempre attacato
a quella Chiesa Cattolica
che voi difendeste e illustraste
col vostro sangue,
e sempre cammini dietro agli esempi
di carità, di purezza, di umiltà, di pazienza
che voi mi avete dato,
affinchè, dopo una santa morte,
meriti di venire con voi in Paradiso,
e finalmente, dopo l'universale giudizio,
con l'anima e con il corpo
essere felice e beato per tutta l'eternità.
Così sia.
Pater-Ave-Gloria
Santi e Sante di Dio,
intercedete per noi!
"...Nella vita di ciascuno di noi
ci sono persone molto care,
che sentiamo particolarmente vicine,
alcune sono già nelle braccia di Dio,
altre condividono ancora con noi
il cammino della vita: sono i nostri genitori,
i parenti, gli educatori;
sono persone a cui abbiamo fatto del bene
o da cui abbiamo ricevuto del bene;
sono persone su cui sappiamo di poter contare.
E' importante, però, avere anche
dei "compagni di viaggi"
nel cammino della nostra vita cristiana:
penso al Direttore spirituale, al Confessore,
a persone con cui si può condividere
la propria esperienza di fede,
ma penso anche alla Vergine Maria e ai Santi.
Ognuno dovrebbe avere qualche Santo
che gli sia familiare, per sentirlo vicino
con la preghiera e l'intercessione,
ma anche per imitarlo.
Vorrei invitarvi, quindi,
a conoscere maggiormente i Santi,
a iniziare da quello di cui portare il nome,
leggendone la vita, gli scritti.
Siate certi che diventeranno buone guide
per amare ancora di più il Signore
e validi aiuti per la vostra crescita
umana e cristiana."
Udienza generale, Palazzo apostolico di Castel Gandolfo
Mercoledì 25 agosto 2010